Per non dimenticare, ovvero breve rassegna di nomi dialettali di uccelli francavillesi

Francavilla Angitola (VV) è un piccolo borgo che sorge in un'area collinare non molto lontano dalla costa tirrenica calabrese.

Vorrei ricordare di seguito i nomi dialettali degli uccelli che si utilizzavano (e forse ancora si utilizzano) a Francavilla durante la mia infanzia ed adolescenza.

Francavilla Angitola (VV), 14 agosto 2015

In quel periodo (principalmente tra il 1980 ed il 1986), quando possibile, assieme a Francesco, Vincenzo e Nicola, vagavamo nelle campagne intorno al piccolo paese, sfruttando soprattutto i tiepidi pomeriggi delle giornate primaverili. Ciò ci dava la possibilità di esplorare vari ambienti e di incontrare varie forme di vita tra cui non potevano certo mancare gli uccelli.
Di questi, almeno all'inizio, quando non avevamo testi di riferimento, conoscevamo solo i nomi dialettali che utilizzavamo ed adattavamo alle varie specie. In assenza di guide illustrate, non era facile risalire ai nomi italiani e scientifici delle specie che osservavamo e per alcune, questa corrispondenza, è rimasta un mistero per lunghi anni anche se, con l'esperienza diretta, avevamo appreso vari aspetti della biologia di tali uccelli, soprattutto quelli legati alle attività riproduttive.

Gli ambienti che maggiormente frequentavamo (a quote prossime ai 300 m s.l.m.), oltre al tessuto urbano ed ai suoi giardini, erano principalmente le aree agricole non intensive,  immediatamente vicine al paese, compresi uliveti e vigneti gestiti con tecniche tradizionali; inoltre, indagavamo boschetti di caducifoglie, forre umide con relativa vegetazione idrofila, arie assolate caratterizzate da vegetazione mediterranea sfruttata per il pascolo e soggetta a periodici incendi estivi.

U Cristariedo - Con questo termine veniva indicato il Gheppio (Falco tinnunculus), ma poteva essere esteso anche ad altri rapaci come la più grande Poiana (Buteo buteo) o rapaci migratori che durante i passi spesso transitano in zona.
 
© E.G. Condello
Cristariedu ovvero Gheppio (Falco tinnunculus) - Roma 16 novembre 2015

A Beccaccia - La classica Beccaccia (Scolopax rusticola), specie che all'epoca non avevo mai visto viva, ma soltanto in qualche carniere di cacciatore; non è da escludere che lo stesso nome venisse usato per indicare altri Scolopacidi come il Beccaccino (Gallinago gallinago).

U Gabbianu - Era una sorta di nome generico con cui venivano indicati i Laridi, primo fra tutti sicuramente il Gabbiano reale (Larus michahellis) visibile lungo la vicina costa tirrenica.

A Palumba - Il classico Piccione domestico (Columba livia f. domestica) che viveva anche in regime totalmente selvatico presso la chiesa matrice del paese e che si diceva appartenesse al santo protettore del paese stesso.

A Turtura - Per lo più la Tortora selvatica (Streptopelia turtur), la Tortora dal collare (Streptopelia decaocto) non aveva ancora colonizzato l'area anche se qualche volta l'avevo osservata in singoli esemplari che potevano anche essere di origine aufuga.

U Cucù - Il Cuculo (Cuculus canorus) il cui canto echeggiava nelle giornate primaverili e si diceva annunciasse la maturazione delle prime ciliegie a maggio.

U Chiò - Il nome onomatopeico dell'Assiolo (Otus scops), il cui canto poteva riecheggiare già da febbraio, ma lo apprezzavamo soprattutto nelle sere estive passate all'aperto.

A Cuccuveda o Pigula - La Civetta (Athene noctua) la cui sola presenza o richiamo erano ingiustamente associati a sicura sventura ed eventi nefasti e che per tale motivo era oggetto di persecuzione.

U Rondinuni - Il rondone senza distinzione di specie (comune e pallido) anche se in paese nidificava sicuramente il Rondone comune (Apus apus).

A Pica marina - Un uccello quasi mitico, mai visto in zona ma di cui si enfatizzava la colorata bellezza, era sicuramente l'appellativo della Ghiandaia marina (Coracias garrulus) che probabilmente, in tempi passati, si poteva osservare lungo la costa tirrenica.

U Pipituni - Nella parte bassa del paese (a Pendino) chiamavano così l'Upupa (Upupa epops), uccello che noi, all'epoca, non avevamo mai visto.

A Rundini - Veniva chiamato così il Balestruccio (Delichon urbicum) che comunemente nidificava in paese, anche se non era sfuggito che a volte si vedevano alcune 'rundini' con la gola rossa e la lunga coda, appunto la Rondine (Hirundo rustica) vera e propria di cui però, all'epoca, non si trovavano nidi.

A Marvizzeda - Era una sorta di nome generico con cui i cacciatori indicavano alcuni Motacillidi che spesso si trovavano dentro i carnieri tra cui probabilmente la Pispola (Anthus pratensis), ma forse anche lo Spioncello (Anthus spinoletta) ed altre specie del genere Anthus.

A Siculeda - Veniva chiamata così la Ballerina bianca (Motacilla alba) i cui nidi spesso si trovavano sotto i ponti e vicino all'acqua, anche se non era sfuggito che a volte si vedevano alcune 'siculiedi' gialle ovvero le Ballerine gialle (Motacilla cinerea).

© E.G. Condello
Siculeda ovvero Ballerina bianca (Motacilla alba) - Fiumicino (RM), 24 ottobre 2014

U Percia vuoscu - Letteralmente "che buca il bosco", probabilmente grazie alle sue piccole dimensioni; altro non era che il piccolo Scricciolo (Troglodytes troglodytes) dal canto possente.

U Ruvattu o Piettirussu - Il Pettirosso (Erithacus rubecula) presente in zona in buoni numeri da metà autunno a metà primavera, ma probabilmente nidificante anche nelle forre più fresche.

© E.G. Condello
Ruvattu ovvero Pettirosso (Erithacus rubecula) - Francavilla Angitola (VV), 30 ottobre 2005 (foto in digiscoping)

U Rusignuolu - L'Usignolo (Luscinia megarhynchos) il cui canto penetrante risuonava, anche di notte, da fine aprile nelle siepi e canneti più freschi, spesso vicinissimo all'acqua, dove nidificava.

U Caca marruggiuLetteralmente che "sporca con i suoi escrementi il manico della zappa"; si tratta del Saltimpalo (Saxicola torquatus) che ha l'abitudine di occupare posatoi prominenti, tra cui, probabilmente, anche le zappe lasciate incustodite durante il dissodamento manuale dei campi, all'epoca ancora praticato. Nidificava a terra tra la vegetazione, su margini scoscesi di terreno.

© E.G. Condello
Caca marruggiu ovvero Saltimpalo (Saxicola torquatus) - Roma, 8 marzo 2015

U Miedaru - Il Merlo (Turdus merula) che viveva esclusivamente fuori il paese; molto schivo, era più facile sentire le sue grida d'allarme provenire da aree densamente vegetate. I suoi nidi si trovavano nelle siepi, su bassi alberi spesso addossati al tronco.

© E.G. Condello
Miedaru ovvero Merlo (Turdus merula) - Roma, 25 febbraio 2015

A Marvizza - Il Tordo bottaccio (Turdus philomelos) all'epoca visto solo nei carnieri dei cacciatori e non nidificante.

© E.G. Condello
Marvizza ovvero Tordo bottaccio (Turdus philomelos) - Subiaco (RM), 20 febbraio 2015

U Rusignuolu e fjuma - L'Usignolo di fiume (Cettia cetti), poco appariscente ma dal canto improvviso e squillante udibile anche d'inverno. Nidificava nella vegetazione lungo i corsi d'acqua.

© E.G. Condello
Rusignuolu e fjuma ovvero Usignolo di fiume (Cettia cetti) - Roma, 24 novembre 2014

U Zizi - Il nome onomatopeico del Beccamoschino (Cisticola juncidis), il cui canto risuonava continuo sulle aree erbose; il suo nido era quasi introvabile, intrecciato come un sacco bianco all'erba, raccolto quasi come un tepee indiano, con apertura dall'alto; gli adulti, probabilmente, lo raggiungevano dopo aver percorso lunghi tratti spostandosi invisibili nell'erba alta.

© E.G. Condello
Zizì ovvero Beccamoschino (Cisticola juncidis) - Roma, 13 maggio 2015

A Farfetteda - Soprattutto l'Occhiocotto (Sylvia melanocephala), ma a volte anche altri Silvidi come la Capinera (Sylvia atricapilla), simile nell'aspetto, ma con canto decisamente più vario e melodioso nonché habitat di nidificazione diverso: il primo legato ad aree cespugliate ed assolate, la seconda più ad aree fittamente vegetate ed ombrose.

Farfetteda ovvero Occhiocotto (Sylvia melanocephala), maschio - Roma, 29 marzo 2016

U Coradaciu - Con questo nome indicavamo il Codibugnolo (Aegithalos caudatus), il piccolo ed esile uccellino chiassoso, con coda molto lunga, che costruiva nidi molto elaborati e mimetici a forma di sacco, ancorandoli alle triforcazione dei rami, imbottendoli con tantissime piume e dotandoli di solo un'apertura laterale d'accesso, così stretta, da non permettere nemmeno il passaggio del nostro dito indice.

A Cicarreda cu tuppu - Avevamo chiamato così un uccellino che avevamo visto una sola volta mentre si aggirava su un albero ornamentale di una delle vie del paese; il particolare ciuffo (u tuppu) che ornava la sua testa la differenziava da tutto ciò che conoscevamo: la Cincia dal ciuffo (Lophophanes cristatus [Parus cristatus]) che, dopo allora, non ho più incontrato nell'area comunale.

A Cicarreda picciula - La piccola Cinciarella (Cyanistes caeruleus [Parus caeruleus]), nidificante in cavità sia di alberi che di muri.

Cinciarella (Cyanistes caeruleus) - Roma, 19 dicembre 2014

A Cicarreda - La grande Cinciallegra (Parus major), anch'essa legata alla presenza di cavità per la nidificazione, ma più visibile vicino alle abitazioni.

U Gallinu - Il Rigogolo (Oriolus oriolus) che arrivava dalle aree di svernamento tra fine aprile e soprattutto maggio, con i maschi dai colori prevalentemente gialli che si inseguivano tra le fronde dei boschi di querce in cui nidificavano e da cui proveniva il loro canto flautato.

U Jiricucudu - Questo uccello rimane ancora un mistero, mai visto se non un nido che era stato raccolto da un anziano cacciatore che lo aveva attribuito a tale specie. Probabilmente, non frequentava gli habitat che maggiormente battevamo. Il nido era a coppa non troppo profonda, visibilmente più grande di quello di un Merlo, senza struttura portante terrosa, aveva il bordo esterno circondato di vegetazione spinosa, tipo cardo: probabilmente si trattava di un'averla, ma non della capirossa, che aveva un nome proprio dialettale dedicato, ma forse dell'Averla piccola (Lanius collurio) oppure dell'Averla cenerina (Lanius minor), che poteva essere presente nelle aree comunali più assolate e secche vicine alla costa.

A Gruara - L'Averla capirossa (Lanius senator), un tempo molto comune come nidificante, ora praticamente estinta in tutte le aree di nidificazione che conoscevo; i suoi nidi, ornati con piante spinose, erano costruiti sugli ulivi, la si vedeva sui cavi elettrici e telefonici presso gli uliveti.

A Pica - La Ghiandaia (Garrulus glandarius) che si sentiva chiassosa in ogni bosco, in cui nidificava costruendo nidi spesso addossati al tronco, almeno quando utilizzava il castagno. Diventava silenziosa e quasi invisibile quando allevava i giovani.

© E.G. Condello
Pica ovvero Ghiandaia (Garrulus glandarius) - Francavilla Angitola (VV), 7 aprile 2007 

A Carcarazza - La Gazza (Pica pica) i cui voluminosi nidi avevano addirittura un tetto, spesso posti così in alto sugli alberi che diventava impossibile controllarne il contenuto se non arrischiandosi in pericolose scalate.

U Ciavulu - La Taccola (Corvus monedula) che viveva in colonie anche numerose e che si era resa protagonista, con alcune coppie, di un tentativo di colonizzazione di certi vecchi edifici nel paese, predando i nidi dei passeri che erano ovunque.

U Sturniedu - Lo Storno (Sturnus vulgaris) all'epoca visto solo nei carnieri dei cacciatori e non nidificante.

© E.G. Condello
Sturniedu ovvero Storno (Sturnus vulgaris) - Roma, 19 dicembre 2014

U Passeru - Specialmente la Passera d'Italia (Passer italiae [Passer d. italiae]) all'epoca molto abbondante in paese, nidificava ovunque ne aveva la possibilità; all'involo, i giovani si trovavano a terra ancora incapaci di volare divenendo facile preda di gatti e di chiunque ne volesse approfittare. Vi erano voluminosi ed apparentemente disordinati nidi, fatti esternamente con paglia, anche sugli alberi, spesso accanto alle colonie poste negli edifici: noi pensavamo che fossero di coppie che non avevano trovato anfratti adatti per la costruzione del nido, talmente era numerosa la specie. Solo molti anni dopo ho pensato alla possibilità che potessero invece essere nidi di Passera sarda (Passer hispaniolensis), ma quando ciò è successo, non è stato possibile verificare poiché tali nidi non si trovavano più.

U Passeru picciulu - La Passera mattugia (Passer montanus). Avevamo notato dei passeri più piccoli degli altri, appunto le mattugie.

U Spinzu - Il Fringuello (Fringilla coelebs). Più abbondante in inverno, qualche rara coppia probabilmente nidificava in zona, a volte sentivamo il maschio cantare nei boschi.

© E.G. Condello
Spinzu ovvero Fringuello (Fringilla coelebs) - San Polo dei Cavalieri (RM), 11 dicembre 2015

U Virduni picciulu - Il Verzellino (Serinus serinus). Ci sembrava un verdone, ma visibilmente più piccolo e giallo, con canto molto diverso e piccolissimi nidi a coppa spesso posti non molto in alto e su vegetazione a sviluppo orizzontale.

U Virduni - Il Verdone (Carduelis chloris) dal canto variegato e dal volo nuziale inconfondibile. I suoi nidi si trovavano in alto, spesso su alberi sempreverdi.

© E.G. Condello
Virduni ovvero Verdone (Carduelis chloris) - Francavilla Angitola (VV), 4 giugno 2005

U Cardidu - Il Cardellino (Carduelis carduelis), una delle specie più belle e colorate, spesso nidificante vicino alle case. Nella stagione di nidificazione, gli adulti volavano spesso in coppia, quando non erano accompagnati da uno stuolo di chiassosi giovani appena involati.

© E.G. Condello
Cardidu ovvero Cardellino (Carduelis carduelis) - Roma, 8 marzo 2015

U Ciceruni - Probabilmente lo Zigolo nero (Emberiza cirlus), ma non è da escludere che qualche nido con uova caratteristicamente macchiate fosse invece di Strillozzo (Emberiza calandra).

Poi sono arrivati, nelle nostre mani, i primi libri che avevano qualche illustrazione, a volte solo in bianco e nero, ed addirittura delle foto. E' stato così possibile dare un nome a qualche specie di cui non conoscevamo nemmeno il nome dialettale. Tra questi vi era sicuramente il Rampichino (Certhia brachydactyla), il Fanello (Carduelis cannabina) ed lo svernante Luì piccolo (Phylloscopus collybita). Si poteva inoltre fantasticare di incontri con picchi, aironi, anatre e soprattutto con i più svariati rapaci.

© E.G. Condello
Coradaciu ovvero Codibugnolo (Aegithalos caudatus) - Roma, 19 novembre 2015

Oggi, posso dire che, nell'area comunale di Francavilla Angitola, ho contattato 104 specie diverse di uccelli, numero che probabilmente potrebbe essere aumentato facilmente con un maggiore sforzo di ricerca. Ciò è tanto più interessante se si considera che il territorio comunale non raggiunge il mare e non contiene, all'interno dei suoi confini, particolari zone umide che sono aree che spesso richiamano una notevole varietà di uccelli (il bacino lacustre del Lago Angitola infatti, anche se molto prossimo, è esterno al territorio comunale che però è in parte interessato dall'area protetta che lo preserva). 

Tra le varie specie che si possono osservare (a seconda del periodo e degli ambienti visitati) ve ne sono alcune di rilevante valore naturalistico e protezionistico, per esempio: ben 19 specie di rapaci diurni, 4 specie di rapaci notturni, 4 specie di picchi.  Per i più curiosi ed interessati, l'elenco completo è riportato di seguito.

Fagiano comune (Phasianus colchicus)
Cormorano (Phalacrocorax carbo)
Airone cenerino (Ardea cinerea)
Cicogna nera (Ciconia nigra)
Cicogna bianca (Ciconia ciconia)
Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)
Nibbio bruno (Milvus migrans)
Nibbio reale (Milvus milvus)
Biancone (Circaetus gallicus)
Falco di palude (Circus aeruginosus)
Albanella pallida (Circus macrourus)
Albanella minore (Circus pygargus)
Astore (Accipiter gentilis)
Sparviere (Accipiter nisus)
Poiana (Buteo buteo)
Poiana codabianca (Buteo rufinus)
Aquila minore (Aquila pennata [Hieraaetus pennatus])
Falco pescatore (Pandion haliaetus)
Grillaio (Falco naumanni)
Gheppio (Falco tinnunculus)
Falco cuculo (Falco vespertinus)
Lodolaio (Falco subbuteo)
Falco della Regina (Falco eleonorae)
Falco pellegrino (Falco peregrinus)
Piro piro culbianco (Tringa ochropus)
Gabbiano reale (Larus michahellis)
Piccione domestico (Columba livia f. domestica)
Colombaccio (Columba palumbus)
Tortora dal collare (Streptopelia decaocto)
Tortora selvatica (Streptopelia turtur)
Cuculo (Cuculus canorus)
Barbagianni (Tyto alba)
Assiolo (Otus scops)
Civetta (Athene noctua)
Allocco (Strix aluco)
Succiacapre (Caprimulgus europaeus)
Rondone comune (Apus apus)
Rondone pallido (Apus pallidus)
Rondone maggiore (Apus melba)
Gruccione (Merops apiaster)
Upupa (Upupa epops)
Torcicollo (Jynx torquilla)
Picchio verde (Picus viridis)
Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major)
Picchio rosso minore (Dendrocopos minor)
Allodola (Alauda arvensis)
Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris)
Rondine (Hirundo rustica)
Balestruccio (Delichon urbicum)
Calandro (Anthus campestris)
Pispola (Anthus pratensis)
Ballerina gialla (Motacilla cinerea)
Ballerina bianca (Motacilla alba)
Scricciolo (Troglodytes troglodytes)
Passera scopaiola (Prunella modularis)
Pettirosso (Erithacus rubecula)
Usignolo (Luscinia megarhynchos)
Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus)
Saltimpalo (Saxicola torquatus)
Passero solitario (Monticola solitarius)
Merlo (Turdus merula)
Tordo bottaccio (Turdus philomelos)
Tordela (Turdus viscivorus)
Usignolo di fiume (Cettia cetti)
Beccamoschino (Cisticola juncidis)
Canapino maggiore (Hippolais icterina)
Capinera (Sylvia atricapilla)
Beccafico (Sylvia borin)
Sterpazzolina comune (Sylvia cantillans)
Occhiocotto (Sylvia melanocephala)
Luì verde (Phylloscopus sibilatrix)
Luì piccolo (Phylloscopus collybita)
Luì grosso (Phylloscopus trochilus)
Regolo (Regulus regulus)
Fiorrancino (Regulus ignicapilla)
Pigliamosche (Muscicapa striata)
Balia nera (Ficedula hypoleuca)
Codibugnolo (Aegithalos caudatus)
Cincia dal ciuffo (Lophophanes cristatus [Parus cristatus])
Cincia mora (Periparus ater [Parus ater])
Cinciarella (Cyanistes caeruleus [Parus caeruleus])
Cinciallegra (Parus major)
Picchio muratore (Sitta europaea)
Rampichino comune (Certhia brachydactyla)
Rigogolo (Oriolus oriolus)
Averla piccola (Lanius collurio)
Averla capirossa (Lanius senator)
Ghiandaia (Garrulus glandarius)
Gazza (Pica pica)
Taccola (Corvus monedula)
Cornacchia grigia (Corvus cornix)
Corvo imperiale (Corvus corax)
Storno (Sturnus vulgaris)
Passera d'Italia (Passer italiae [Passer d. italiae])
Passera mattugia (Passer montanus)
Fringuello (Fringilla coelebs)
Verzellino (Serinus serinus)
Verdone (Carduelis chloris)
Cardellino (Carduelis carduelis)
Lucherino (Carduelis spinus)
Fanello (Carduelis cannabina)
Zigolo nero (Emberiza cirlus)
Strillozzo (Emberiza calandra)
 
© E.G. Condello
Nibbio bruno (Milvus migrans) - Roma, 28 maggio 2015




Nota - Rivisto ed aggiornato a febbraio 2022

Commenti

Post popolari in questo blog

A Buffa e u Lehandru, tra bocca larga e pallone gonfiato

Cronaca di una nidificazione di Cornacchia grigia

Lucierti e luciertuni, sierpi e salamidi

Lungo la valle del Fiume Aniene

Le Cornacchie grigie rioccupano un nido

La "Marana" Meravigliosa

La migrazione dei Nibbi bruni a Francavilla Angitola

Passeggiate invernali in Caffarella: come immergersi in uno straordinario ordinario